trio
IO, ANNETTE E KARL
di gianfrancesco
21.05.2022 |
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"Mi piaceva assaporare cibi nuovi ed anche lei era del mio stesso parere..."
Sono un imprenditore quarantenne, con una piccola azienda, 6 operai e 2 impiegati.Costruiamo stampi in plastica in un capannone e serviamo parecchie aziende, anche all'estero.
Il lavoro va molto bene, quando sono fuori azienda nessun problema, tutti sono molto responsabili e siamo come una famiglia.
I miei dipendenti mi vogliono bene, almeno così mi sembra di capire ed io da parte mia cerco di trattarli il più bene possibile.
Vivo solo, per ora non ho trovato la persona giusta, qualche amore, qualche scopata qua e la, ma niente di serio.
I miei genitori, anziani, mi fanno pressione affinchè metta su famiglia, ed ho promesso che cercherò di accontentarli.
Mi piacciono le donne, mi piace corteggiarle, non esito per niente se sono sposate, ma nessuna relazione seria durata a lungo.
Da un po di tempo in qua anche le giovincelle mi piacciono, basta che siano maggiorenne,
e che siano ben attrezzate con il seno.
Il seno, la prima cosa che guardo in una donna, è una mia debolezza o un mio piacere, devono essere almeno di una terza.
Nel lavorare con ditte estere, a volte, mi serve un traduttore, per non fare errori ed essere sicuro di fare bene gli accordi.
Una ragazza, di nome Annette, mi aiuta in questo, quando serve la chiamo e lei fa il suo lavoro con molta cura.
Annette l'aveva selezionata tra tante altre, proprio per un seno eccezionale, e poi si è anche rivelata un'ottima traduttrice, seria, capace e puntuale.
Ogni qualvolta mi serviva ero contento di averla con me, anche in virtù del bellissimo seno.
Mi è capitato di portarla con me all'estero, i nostri rapporti erano molto buoni, ma niente di più.
Sapevo che era era fidanzata, forse conviveva, con un certo Karl, un finlandese, alto, biondo, un giovanotto imponente.
Me lo aveva presentato in un occasione che era venuto a prenderla in ufficio.
Certamente mi sarebbe piaciuto mettere le mani su quel seno, ma non mischiavo mai lavoro e donne.
Rimanevo al mio posto tranquillamente. Era una collaboratrice valida e non mi potevo permettere di perderla per il solo gusto di scoparla.
Certo che se capitava l'occasione e vedevo anche da parte sua un interessamento, non mi sarei fatto sfuggire l'occasione.
Un azienda polacca mi contatta per una grossa fornitura, avevano difficoltà a venire in Italia, ed io mi offro di andare a trovarli.
Avevano li un interprete, ma io preferivo portare con me Annette.
Partiamo in aereo ed andiamo in Polonia.
Riesco a concludere un contratto ottimo, ci avrebbe dato tranquillità per un bel periodo.
La sera volevamo cenare soli, e così abbiamo declinato l'invito del proprietario dell'azienda polacca e dopo essere passati in albergo, abbiamo fatto due passi ed abbiamo cercato un localino per cenare.
Annette lo aveva scelto su internet, come le avevo chiesto io, un locale caratteristico con cibi del posto.
Mi piaceva assaporare cibi nuovi ed anche lei era del mio stesso parere.
Arrivati al ristorante, da fuori non sembrava un granchè, ma poi all'interno era un vero gioiellino.
Arredato con gusto, era veramente un bel locale.
Ci sediamo e subito viene una bella cameriera a servirci.
Forte della conoscenza della lingua da parte di Annette, ordiniamo alcuni piatti tipicamente del posto.
Naturalmente i piatti, accompagnati da una buona birra.
All'interno c'era come una piccola orchestrina che suonava. Tutto molto bello.
Cominciamo a mangiare e dopo un po squilla il telefono di Annette, lei non vuole rispondere ed io insisto di farlo.
Allora lei risponde e comincia a parlare in una lingua per me incomprensibile.
La discussione si fa animata, vedo che risponde in modo alterato e dopo un po mette giù.
Le chiedo se è tutto a posto e lei mi risponde di sì.
Non era vero per niente. Si incupisce, la faccia diventa scura, e parla poche parole.
Stavamo facendo una bella cena ma la telefonata aveva guastato tutto.
Non oso chiedere cosa era successo, non erano affari miei, ma dopo un po, mi chiede scusa e vedo che una lacrima solcava il suo bel viso.
Allora, lasciando da parte tutto, chiedo chi era al telefono e cosa era successo.
"Sai" dico, "non voglio farmi gli affari tuoi, ma mi spiace che la telefonata abbia guastato la serata".
Quando eravamo soli ci davamo del tu, in presenza di estranei, sempre del lei.
Lo avevamo stabilito assieme senza nessun problema.
Lei mi guarda e comincia a parlare.
"Era il mio compagno, Karl, mi fa sempre disperare".
"Gli ho detto che se continua così la nostra storia finisce ed io torno libera come l'aria".
"Se posso, quali sono i motivi dei litigi?".
Annette indugia, capisco che non vuole parlare, giustamente sono fatti loro.
"Scusa, non dovevo farti questa domanda".
"Non ti preoccupare, solo che è una cosa delicata e non mi sento di rispondere ora".
"Tranquilla, importante che ora riprendiamo la nostra cena, e passiamo un paio di ore sereni".
"Ci siamo guadagnati questa serata, con quel bel contratto, e volevo essere gentile con te per come erano andate le cose".
Annette sorrise e fui molto contento.
Intanto pensavo a Karl, perchè doveva far soffrire Annette?
Con più calma, in seguito, penso sarei riuscito a sapere di più.
La cameriera portava da mangiare sempre sorridente, la musica era molto piacevole.
Con serenità abbiamo continuato la nostra cena, ed abbiamo passato un paio di ore benissimo.
Lasciato il locale, ci siamo incamminati verso l'albergo.
Annette mi prende a braccetto, era la prima volta che accadeva.
Io ben contento di ciò, però sempre dell'idea di non provarci neppure, cammino accanto a lei.
Arriviamo in albergo, ci fermiamo ancora un po al bar dell'albergo, beviamo ancora un goccio di amaro e poi ci avviamo verso le nostre stanze.
Annette sembrava nuovamente si stesse incupendo, ed allora le dico di stare su, di andare a dormire e non pensare a nulla.
Comunque se aveva voglia di parlare io l'avrei ascoltata tranquillamente.
"Va bene" dice. "Nel caso ti vengo a bussare e parliamo un po'".
Vado nella mia camera, mi metto in libertà, controllo le varie mail nel computer, insomma non ho ancora sonno e mi rilasso un po.
Dopo dieci minuti sento bussare alla porta, apro e vedo Annette.
"Mi fai entrare?".
"Certo":
Entra, si siede su una poltrona e mi dice che aveva voglia di parlare con qualcuno.
Mi dice che erano mesi che aveva problemi con Karl e doveva prendere una decisione.
L'ascolto con attenzione, ma ancora non conosco i motivi di questi dissapori.
"Sai", dice, "é una cosa delicata, ma sono qui per parlare e lo voglio fare".
"Ti tradisce?".
"Si, ma non solo".
"Mi tradisce ma non solo con donne, ma poi vuole che faccia cose che a me non piacciono".
Rimango stupito.
"Ma Karl? con quella faccia d'angelo".
"SI angelo, cosa non sai".
"Allora se hai voglia racconta".
"Devi sapere, dice Annette, che con quella faccia di angelo, Karl è un bel maiale".
"Mi ha tradito con donne e con uomini, ed una volta per accontentarlo, ho dovuto subire le attenzioni di un suo amico".
Rimango di sasso.
"Sicchè il nostro Karl ha il piacere di giocare con entrambi i sessi?".
"Altrochè!".
"Uomini, donne, fanciulle e anche con donne mature, un vero maiale".
"Scusa, ma allora perché non lo lasci?".
"Ho provato, ma sono innamorata, ed anche stupida e le perdono tutto".
"Si meriterebbe pan per focaccia".
"In effetti si, ci ho pensato tante volte, ma poi non me la sono sentita".
Allora io a quel punto lascio da parte tutti i miei buoni propositi e dico:
"non ci sono problemi, sono qua".
Si mette a ridere di gusto...
"Non sono un bell'uomo?".
"Certo sei un bell'uomo ed hai tutto quello che può volere una donna".
"Allora?".
A quel punto volevo approfittare della situazione e finalmente realizzare il mio sogno che avevo lasciato da parte solo per rispetto verso Annette.
Annette comprese che non scherzavo affatto, evidentemente anche lei aveva pensato a me, e si avvicinò sul divano a me.
Le misi le mani al collo e la baciai.
Un vero nettare, un paio di labbra bellissime, un bacio passionale..
Si lasciò andare con molto trasporto e mi abbracciò con forza.
Le mie mani erani diventate delle piovra, la accarezzavo dappertutto, la baciavo sul collo e con le mani cercavo di spogliarla.
Non ci volle molto, non aveva un granchè addosso.
La presi tra le mie braccia delicatamente, e la portai verso il letto.
Era fatta. Era mia.
Bella come una dea, un seno meraviglioso, un paio di gambe perfette, non sapevo da dove cominciare.
Cominciai a baciare le gambe, e poi a risalire verso la figa, depilata, con un ciufetto soltanto, bella anche nella forma, molto delicata.
Era già bagnata, segno che tutto quanto le piaceva.
Cominciai con la lingua a solleticare la patatina, inarcava il bacino, e gemeva di piacere.
Non sapevo sino a che punto sarebbe arrivata, ma non ci volle molto per capire...
Si gira e con la sua bocca va verso il mio cazzo, prepotentemente già sul chi vive, anche lui maestoso, e con far suo, comincia a leccarlo.
Mai piacere così, una vera maestra del pompino, a tempo, con leggerezza, mi sembrava di essere in paradiso.
Continuò il pompino per un bel po, poi quasi all'apice del piacere, mi stacco e la bacio sulla bocca.
Continuiamo così ad amoreggiare sinchè lei mi sussurra all'orecchio che vuole essere scopata.
Ci mettiamo, tanto per iniziare, nella classica posizione del missionario e in un attimo le sono dentro.
Un mare di emozioni mi salgono nel cervello, sublimi piaceri mai conosciuti, sensazioni bellissime....
Andiamo avanti così, poi la faccio alzare, e si accomoda sul mio cazzo nella posizione cosidetta di smorza candela.
Ci baciamo ininterrottamente, mai avevo scopato così.
Parole dolci mi diceva, mentre mi accarezzava la testa.
Come un innamorato perso abbiamo fatto non sesso ma amore.
Non pensavo si potesse arrivare a tanto.
Ci fermiamo, ci accarezziamo teneramente, come due innamorati, parlottiamo...
Beviamo una Coca cola, e poi si riaccende la passione...
Insomma, il sogno era diventato vero, abbiamo fatto l'amore...
Rimane a dormire nel mio letto.
All'alba Annette va nella sua camera e ci prepariamo per tornare in Italia di buon ora.
Quello che poi sarebbe successo in seguito non lo sapevo.
Certamente mi piaceva molto Annette, e per la prima volta, avevo preso in considerazione l'idea di un inizio di relazione seria.
Bisognava vedere come andava a finire con Karl.
Torniamo in Italia, non ci sentiamo per qualche giorno, poi una sera mi telefona.
Le chiedo come sta, come va con Karl, e soprattutto che ero stato molto bene con lei e vorrei vederla.
Anche lei mi vuole vedere anche per parlarmi.
La invito a cena l'indomani sera, ci diamo appuntamento, l'avrei portata fuori città in un posto tranquillo lontano da occhi indiscreti.
Ci tenevo che tutto per adesso, rimanesse segreto.
La passo a prendere, più bella che mai, sale in macchina, ci allontaniamo e dopo un po mi fermo e all'unisono ci avviciniamo e ci baciamo.
Traspariva un'intesa formidabile.
Facciamo cena e dopo torniamo in città.
Le chiedo cosa aveva detto a Karl della serata e lei mi rassicura dicendo che lui era tornato momentaneamente in Finlandia dai suoi per un problema di suo padre.
I suoi avevo una azienda e premevano per farlo tornare e prendesse in mano le redini dell'azienda.
Lui sapeva che però Annette non sarebbe mai andata li e quindi rimandava la decisione.
"Allora puoi venire da me adesso?".
"Si si". Lo disse con enfasi.
Non ci avevo sperato. Una fortuna non ci fosse Karl.
Arriviamo ed in un attimo siamo in casa. Neanche il tempo di entrare in casa e siamo abbracciati.
Dei brividi di piacere mi scendono lungo la schiena. La spoglio tutta, e comincio a baciarla, lei in piedi ed io in ginocchio.
Mi tira su e arriviamo sino al divano. Ci buttiamo sopra e continuo a baciarla.
Ancora una volta vado dritto al suo seno. Maestoso, dritto, una vera gioia della natura..
Lei era eccitata più ancora di me, mi spoglia, mi bacia sui capezzoli, e poi lentamente scende sull'oggetto del suo desiderio.
Il cazzo svettante, in men che non si dica, finisce nella sua bocca di rosa, un pompino iniziava, un susseguirsi di piaceri...
Si prospettava una bella nottata. Fermata per non godere la faccio girare e con la lingua la bacio sulla schiena, e poi piano piano, arrivo sino alla fessura del suo bel culetto, la bacio anche lie vedo che gli piace...
Chissà se le sarebbe piaciuto concedermi anche quello...
Era ora di chiavarla.
Bagnata come era il cazzo affonda nella fica come nel burro, la scopo ritmicamente, lei sussulta di piacere...
Per un bel po ripetutamente su e giù, sino a godere nello stesso momento..
Quale cosa più bella che godere assieme...
Stanchi, appagati, beviamo qualcosa, ci aggiustiamo un po e poi sul divano parliamo di lei e di Karl.
Lei gli aveva detto che lo voleva lasciare senza dire nulla di noi due.
Lui non si dava per vinto.
Voleva sapere se c'era un altro uomo nella sua vita.
Naturalmente lei negava tutto.
Lui la accusava di essere cambiata dopo il nostro viaggio in Polonia e voleva venire a parlare con me.
Lei non voleva assolutamente crearmi problemi, soprattutto nella azienda, e cosi voleva parlare con me.
Prendo atto della situazione e le dico che magari sarei andato io stesso a parlare con lui in modo che non venisse in azienda.
"Ma poi, alla fine, anche fosse così, cosa vuole?".
"E' capace di tutto" mi dice Annette.
"Quando torna gli vado a parlare e poi se tu vuoi possiamo vederci regolarmente e vediamo cosa nasce".
Non rispose nemmeno, ma abbracciò forte forte.
Tutta la sua risposta era li, un abbraccio che non lasciava dubbi.
Ora unico ostacolo era Karl, ma parlando con lui avrei risolto la questione.
Tornammo ai nostri giochini, sempre più audaci ed allora, forse un po prematuramente, volevo chiederle se mi concedeva il suo bel culetto.
"Sinora non l'ho mai concesso a nessuno, aspettavo la persona giusta e se vuoi lo facciamo, basta che non mi fai male".
La baciai sulla fronte, era il mio giuramento che non le avrei fatto male.
Cominciai a baciarla, con la lingua dentro il solco, piano con delicatezza, e dopo un po poggiai la mia cappella turgida contro il buco, lentamente, lentamente, entrai, ed in in paio di colpi, arrivai a metterlo tutto dentro.
Gli diedi il tempo di sentirlo per bene, e dopo un po di dolore all'inizio, cominciò a muoversi spingendo, come lo avesse fatto altre volte, e mi portò allo sfinimento...
Tolsi il cazzo dal culo e sborrai sul suo seno...
Ero appagato a mille. Lei anche era esausta.
Rimase la notte a dormire da me e l'indomani la accompagnai a casa sua.
Passarono un po di giorni, sentiti solo telefonicamente, avevo impegni di lavoro pressanti, e mi avverte che Karl sarebbe tornato per fine settimana.
Lui abitava per conto suo come Annette, e cosi decido di andare a trovarlo quando sarebbe tornato.
Avuto il suo numero di telefono lo chiamo e le dico che sarei passato da casa sua.
Cosi faccio.
Mi apre la porta, mi saluta educatamente, mi fa accomodare e cominciamo a parlare.
Io gli dico che Annette lo voleva già lasciare e che ora si sarebbe messa con me.
Lui con un italiano un po stentato mi dice: "lo sapevo che c'entrava lei, un bell'uomo, una bella fabbrica, insomma niente a che vedere con me".
"Sei tu che l'hai tradita più volte e le hai mancato anche di rispetto".
Lui cerca di giustificarsi, dice che effettivamente non era stato un buon compagno, e soprattutto che quando gli prendeva la scimmia....
"La scimmia? quale scimmia?".
"Non ti ha detto tutto Annette, allora?".
"MI vergogno, a me piacciono anche gli uomini, e per portarmi uno a letto ho fatto una schifezza con Annette".
"Be, allora lasciala andare tranquillamente se le vuoi ancora un po di bene".
"Si, probabile che farò cosi, la lascio in pace e che inizii una nuova vita con te".
Tirai un sospiro di sollievo.
Forse ero riuscito a convincerlo.
"Però tu faresti una cosa per me?".
"Dimmi" dico io.
"Lasciami parlare, io dalla prima volta che ti ho visto ho pensato ad essere fottuto da te"...
"Cazzo stai dicendo?".
"Ascolta, tu mi fai questo piacere ed io sparisco e vi lascio in pace".
"Ma io non sono mai stato con un uomo e non ho proprio voglia di cominciare ora..".
"Ascolta, tu fai questo per me, ed avrai Annette senza difficoltà, altrimenti...".
"Altrimenti cosa?".
"Niente, ma ci vorrà molto tempo perchè tutto funzioni bene tra di voi".
Rimango frastornato, non so che pensare.
Mai nessun uomo mi aveva fatto delle avances così chiare.
Non sapevo se incazzarmi per una proposta del genere oppure ragionarci e con uno sforzo accettare e cominciare tranquillamente la mia storia con Annette.
Mi calmo, respiro lentamente, e dico a Karl: "va bene, dammi un po di tempo per pensarci e ti darò una risposta a breve".
Esco dalla sua casa e vado a fare un giro per rilassarmi.
Al limite della città c'è un percorso bellissimo, con tanto verde, dei piccoli corsi d'acqua, con un piccolo ritrovo-bar.
Posteggio la macchina e mi incammino.
Senza fretta, cammino e penso. Riprendo a respirare tranquillamente e valuto l'oscena proposta di Karl.
Intanto arriv al bar, prendo un buon caffè, valuto tutto con calma.
Mi conveniva accettare oppure cominciare un braccio di ferro con Karl?
Da un lato volevo che lo stesso Karl uscisse definitivamente dalla vita di Annette, dall'altro non avevo molta propensione a fare sesso con un uomo.
Insomma, dopo un po di riflessioni, ho pensato che era meglio accettare e chiudere questa partita.
Se mi avesse chiesto di fare una parte passiva non avrei accettato, ma in questo caso, con uno sforzo mentale, si poteva fare e voltare pagina.
Decido di accettare, avrei fatto passare la giornata e poi avrei parlato con Karl, anche per dettare le mie condizioni per la sua richiesta.
Riprendo la mia giornata tranquillamente, torno nella mia azienda, il luogo dove mi sentivo meglio.
La sera successiva chiamo Karl al telefono.
"Ciao, ho pensato alla tua richiesta, non mi entusiasme per niente, ma basta che tu vai via dalla vita di Annette, accetto".
"Però voglio mettere in chiaro alcune cose. Primo, deve rimanere un segreto tra noi due, secondo, mi devi assicurare che fatto questo sparisci dalla vita di Annette".
Karl chiarisce che per lui va bene e di stare tranquillo, nessuno mai avrebbe saputo del loro incontro.
Stabiliamo già il giorno del "fattaccio", e chiudiamo la telefonata.
Parlo con Annette e gli dico che l'indomani sera sarei andato a cena dai miei e comesolitamente faccio, stacco il cellulare.
Altro che cena con i miei. Andavo per la prima volta ad inculare un uomo.
Un po' l'idea mi infastidiva, però dall'altra parte, forse mettevo dei mattoni per la costruzione di una nuova casa.
Arriva la sera del mio incontro con Karl, mi preparo, ed esco.
Arrivo a casa sua, suono, mi apre Karl, almeno cosi sembra, capelli lunghi sciolti, biondi, vestito con una vestaglietta trasparente, luci soffuse ed un profumo dolce, erano incensi che erano posti in tutta la casa.
Entro, mi prende per mano, delicatamente mi toglie la giacca, mi mangia con gli occhi, mi sento imbarazzato.
Mi dice di rilassarmi e di stare tranquillo. Accetto il suo consiglio e succeda quello che deve succedere.
Mi fa accomodare sul divano, mi comincia a spogliare, mi toglie le scarpe, mi slaccia la cintura, mi toglie i pantaloni, la camicia, mi osserva per bene.
Il cazzo era in una fase dormiente, sicuramente non ero eccitato, lentamente avvicina la sua bocca e comincia a baciarmi vicino all'asta, baci delicati, sfuggenti, piano piano anche il cazzo si risveglia e lui con molta maestria comincia a succhiarlo.
Rimango stupito, mai avevo ricevuto pompino più bello, insomma cominciavo ad ansimare, lui sempre con calma ma ritmicamente non perde un colpo.
Insomma non mi dispiaceva, ed ad un certo punto, gli prendo la testa e gli do il tempo.
Roba da matti, stavo avendo un pompino da un uomo, ed anzi lo incitavo.
Era bravissimo, mi faceva arrivare vicino al piacere e poi rallentava, insomma mi teneva sulla corda.
Dopo un po non ce la faccio più, pensavo si togliesse, invece nulla, anzi affonda ancora, ed come una liberazione gli sborro in bocca.
Una vera puttana! Ingoia tutto senza lasciar cadere una goccia.
Mi pulisce prima con la bocca e poi con delle salviette profumate.
Ero svuotato, per me sarebbe già bastato...
Non era dello stesso parere Karl che desiderava avere la sua dose nel culo.
Va in cucina e torna con una tazza , me la porge, bevo, non capisco subito cosa è, mi dice che è una tisana, rilassante ed eccitante allo stesso tempo.
Tutto si svolge lentamente, sembra che anche l'orologio abbia rallentato.
Poi mi prende per una mano e mi dice: "ora devi mantenere la promessa, mi devi fare tuo".
Mi porta verso la camera da letto, due candele erano accese, erano profumate, e mi fa sedere sul letto.
Prende dal cassetto un preservativo e lo appoggia sul comodino.
Torna con la bocca sul cazzo, non ci vuole molto per farlo rianimare, e lo fa indurire per bene.
Veste il cazzo con il preservativo, si unge il buco del culo con un prodotto, e mi invita a chiavarlo.
Si mette alla pecorina ed io di dietro gli poggio il cazzo sul buco.
Piano piano spingo e lui mi aiuta molto spingendo anche lui.
Entro con tutto il mio cazzo e comincio a scoparlo. Lui spinge anche forte e mi incita a sfondarlo.
In quel momento non penso ad altro che scoparlo, con forza spingo, lui mi dice ancora di più, insomma una inculata pazzesca, mai fatta una così con una donna.
Lo scopo per parecchio ed alla fine esplodo con tutta la mia forza nel suo culo.
Si abbassa e io rimango per un po sopra.
Poi mi alzo, anche lui, delicatamente, mi prende la testa, e mi da un bacio su una guancia.
"Grazie, ho realizzato la mia fantasia di essere scopato da te".
Non dico niente.
In fondo non era stato tanto male.
Mi dice che posso fare una doccia, aveva preparato un accapatoio morbido e cosi faccio.
Mi rivesto, avevo fatto quello che dovevo fare, e da domani avrei incominciato una nuova avventura con Annette.
Saluto Karl senza nessun motivo di disprezzo, gli auguro ogni bene e ritorno a casa.
Da domani sarà un altra storia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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